Se il vino non fosse una cosa importante, Cristo non gli avrebbe dedicato il primo miracolo

Dal Dioniso degli antichi greci al Bacco dei latini, dalle anfore nelle tombe degli antichi egizi alla nascita della cultura enologica nel Rinascimento, il vino ha sempre accompagnato l’essere umano nei suoi momenti più goliardici, nei momenti di grandi decisioni e nelle grandi unioni.

La capacità di questa bevanda di spegnere gli interruttori razionali della mente e di trasportare la coscienza in un universo di creatività e colori, leggerezza e passione, amore e libertà, dove la paura lascia spazio al coraggio, è quello che ha fatto sì che venisse apprezzata e divinizzata nel corso della storia.

Nel XIX secolo il legame tra vino e cultura si è fatto sempre più stretto, gettando le basi per la nascita di veri e propri studi scientifici nei campi della biologia e della chimica, per la realizzazione di vini dalla qualità e dalla raffinatezza sempre maggiori.

“Il bronzo è lo specchio del volto,
il vino quello della mente”

Eschilo

Il vino nostrano

In Italia, la produzione di vino è da diverso tempo un orgoglio nazionale non solo per l’economia ma, soprattutto, per la cultura che gravita intorno ad esso. Molti vitigni italiani sono considerati eccellenze e conosciuti in tutto il mondo. Quello dell’enologia è un settore di cui siamo fieri al pari della moda, della manifattura e del food: è arte!

Ad aggiudicarsi il primo posto nell’ambita classifica dei vini migliori al mondo nel 2018 (la Top 100 Wine Spectator) è proprio un prodotto nostrano: il Sassicaia 2015 della tenuta toscana San Guido. Nella top 10 presenti altri due vitigni italiani: Castello di Volpaia (sempre toscano) e la siciliana Tenuta delle Terre Nere.

È anche per questo che il settore gode di investimenti e innovazioni continue che vanno dalla produzione dell’uva alle linee di imbottigliamento fino allo stoccaggio: strumenti di laboratorio avanzati e attrezzature d’avanguardia vengono impiegati per il raggiungimento di una qualità sempre più alta.

L’evento più atteso dell’anno

In questo scenario c’è una vetrina imperdibile per gli addetti ai lavori, per i futuri investitori e per chi ama la perfezione italiana: il Vinitaly.

Giunto alla sua 53esima edizione si tiene anche quest’anno nella storica Verona e raduna le migliori realtà vinicole. In uno spazio che occupa 95.000 metri quadri migliaia di espositori, produttori, tecnici, ristoratori e giornalisti si ritroveranno per brindare alle migliori produzioni, in un’occasione di networking unica nel suo genere. Ci saranno infatti workshop, buyers club ed aree espositive speciali per promuovere il Made in Italy.

Nell’evento, che si terrà tra il 7 e il 10 aprile, vengono presentate ogni anno nuove tecniche di produzione e viene promosso l’imprescindibile legame tra vino e cultura, favorendo la collaborazione dei migliori produttori italiani con i mercati internazionali perché, nonostante il suo apprezzamento in tutto il Globo, il nostro è un prodotto che può arrivare ancora più lontano.

Quello che il Vinitaly celebra maggiormente però è la nostra capacità di sognare e di essere creativi, perché è questo il dono più grande del vino: la possibilità di elevarci da terra e fluttuare tra le nuvole, di dimenticare per un attimo di essere umani e sentirci divini.