Sicilia esempio per il Sud e l’Italia

rosario-crocettaEmblema da sempre degli enti inutili e costosi, le province sono state abolite in Sicilia. Il provvedimento ha ottenuto il sì di 51 deputati siciliani, 22 contrari e un astenuto. Vengono così cancellate le nove province dell’isola che saranno sostituite da consorzi di comuni.

Si stimano risparmi annuali per 200 milioni di euro. Entro fine maggio sarà varato il decreto regionale che chiarirà le norme di dettaglio per capire come funzioneranno i nuovi enti che sostituiranno le province. Il governatore Crocetta, presente in aula, ha annunciato la costituzione di un gruppo di lavoro formato da professionisti, giuristi e docenti universitari per la stesura della disegno di legge di riforma.

Quello che non è riuscito a livello nazionale è stato portato a termine in Sicilia dal presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta con l’appoggio del Movimento 5 Stelle. L’isola è così un’avanguardia nel taglio agli sprechi come dimostra quanto detto dal presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Giovanni Ardizzone: «Questo Parlamento ha già proceduto a ridurre di un milione di euro le somme spettanti a personale perché ci rendiamo conto che bisogna creare empatia con i cittadini siciliani. Non possiamo sfuggire all’applicazione del decreto Monti con la riduzione delle indennità dei parlamentari e dei trasferimenti ai gruppi. Ci fa piacere che il Presidente del Senato, Pietro Grasso abbia annunciato la riduzione dell’indennità del 30 per cento ma noi l’abbiamo già fatto all’Ars».

Da decenni si parla a livello nazionale di abolizione delle province, considerate troppo costose considerando i pochi poteri che hanno. Cominciò a discuterne, Ugo La Malfa. Invano. Una storia eterna che con il governo Monti ha vissuto l’ennesima puntata: si pensava che la razionalizzazione delle province fosse cosa fatta, ma le dimissioni del governo hanno fatto saltare tutto.

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