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Ecco come un Paese pensa con lungimiranza al suo sviluppo. Gli Stati Uniti vogliono creare una enorme rete Wi-Fi gratuita da costa a costa per consentire a tutti di spostarsi ovunque e trovare in ogni luogo una rete pubblica a banda larga. Veloce abbastanza per consentire a tutti di navigare gratuitamente in rete e per effettuare telefonate via web senza svuotare il credito del cellulare. Una rete fatta di migliaia, anzi milioni, di punti di accesso al Wi-Fi, grande abbastanza da coprire una nazione.

Le stime degli investimenti si aggirano in molti miliardi di dollari. A quel punto diversi utenti potrebbero arrivare a rinunciare non solo agli abbonamenti dei loro smartphone, ma persino all’Adsl domestica. Soprattutto quella fetta di pubblico poco esigente nei confronti della qualità della connessione e con ridotte possibilità di spesa.

La nuova rete potrebbe rendere disponibile anche servizi di utilità più pratica. Dalla possibilità per un’auto senza pilota (come quella che Google sta testando) di comunicare con un altro veicolo a un chilometro di distanza, all’opportunità data a un paziente con un monitor cardiaco di scambiare dati con un ospedale dall’altro lato della città. E sono solo un paio di esempi di quella che potrebbe essere una vera rivoluzione, in un progetto senza precedenti a livello mondiale.

Le lobby dopo la proposta si sono scatenate. Da una parte gli operatori telefonici che vedrebbero messo in serio pericolo il loro business delle connessioni mobili. Dall’altra i giganti dell’high-tech come Google e Microsoft che vedono grandi potenzialità nella rete libera. In mezzo la politica cui spetta di solito di decidere in base al bene comune.

E in Italia? I progetti di Wi-Fi pubblico languono, azzoppati da cronica mancanza di fondi e dal disinteresse dei politici che misurano il consenso nel breve periodo senza avere uno sguardo al futuro.