Oggi il dibattito politico sia per quanto riguarda l’Italia e l’Europa che il mondo non verte più sulla dicotomia destra-sinistra ma si sta focalizzando sempre più sui termini “sovranismo” e “globalismo”.

Stando alla Treccani, è “sovranista” colui il quale in politica sostiene il sovranismo. Fin qui non vi è nulla per cui stupirsi e anzi l’affermazione è scontata. Ma a questo punto è necessario dunque comprendere cosa realmente sia il sovranismo. Certamente il primo dato che salta all’occhio è che il termine viene utilizzato di continuo dalle forze progressiste ed europeiste in termini fortemente spregiativi. Soprattutto, in ogni caso non è negativa secondo la Treccani: è “la posizione politica che propugna la difesa o la riconquista della sovranità nazionale da parte di un popolo o di uno Stato, in antitesi alle dinamiche della globalizzazione e in contrapposizione alle politiche sovranazionali di concertazione.”

E stando anche alla francese Larousse, la questione non diverge particolarmente: il sovranismo è una dottrina politica che “sostiene la preservazione o ri-acquisizione della sovranità nazionale da parte di un popolo o di uno Stato, in contrapposizione alle istanze e alle politiche delle organizzazioni internazionali e sovranazionali.”

Di fatto, queste neutrali definizioni fanno riferimento ad accezioni che appaiono in prevalenza positive.

Sovrapporre “sovranismo” al significato classico di destra nazionale è però fuorviante: è sovranista anche parte della sinistra antiliberista, quindi non c’è univocità nel definire il sovranismo, per quanto sia oggi più usato per marcare forze politiche conservatrici. Oggi, in ogni caso, i sovranisti fanno riferimento soprattutto alla volontà che le decisioni di politica interna o monetaria derivino da scelte proprie, nazionali.

Addirittura il Centro Studi CENSIS ha inventato la categoria psicologica di “sovranismo psichico” per descrivere lo stato emotivo che investe gli italiani in questo momento storico.