Il decreto della civiltà nelle carceri

cancellieriMentre il Consiglio dei Ministri varava oggi il decreto carceri, giungeva stamane la notizia dell’ennesimo suicidio di un detenuto avvenuta nel carcere di Terni. Nel solo 2012 ci sono stati in carcere 56 detenuti morti per suicidio (30 italiani e 26 stranieri) e 97 decessi per cause naturali (82 italiani e 17 stranieri). I suicidi sventati sono stati 1.308.

Con queste cifre, che è bene sempre ricordare, giunge provvidenziale questo decreto legge che entra in vigore oggi e che ripristina molte misure a favore della detenzione domiciliare, del lavoro di pubblica utilità e del lavoro all’esterno. Molti lo hanno chiamato per propaganda, il decreto svuota carceri, ma non è così perché nessun automatismo è previsto e sarà il magistrato caso per caso a decidere quale misura applicare.

Grazie alle modifiche strutturali che il decreto-carceri prevede, si calcola che a regime – tra un anno e mezzo circa – si tornerà alla situazione precedente alla legge ex Cirielli: all’epoca (era il 2005), si contavano almeno 6 mila affidamenti in prova di persone condannate, che quindi, invece di andare in carcere beneficiavano della misura alternativa.

Con il decreto approvato oggi, sarebbero circa 5mila le ulteriori misure alternative alla detenzione operative. Insomma, nulla di rivoluzionario e tanto meno di inedito, e soprattutto nessun “colpo mortale alla sicurezza” come sostiene la Lega che cavalca questi temi per prendere voti.

Ecco la sintesi del provvedimento che proponeva oggi il Sole 24 Ore. “I condannati a piede libero a una pena non superiore a 3 anni potranno evitare il carcere e ottenere l’affidamento in prova al servizio sociale, salvo per reati di mafia, terrorismo, maltrattamenti in famiglia o stalking in danno di minori. La stessa possibilità di non entrare in carcere sarà riconosciuta agli over 70, alle donne in gravidanza o madri di bambini con meno di 10 anni o ai padri con figli della stessa età se la mamma è morta, ai malati gravi, agli over 60 se parzialmente inabili, ai minori di 21 anni per ragioni di salute, di studio o di famiglia: la pena potrà essere scontata a casa, in un luogo di cura o di assistenza, purché non superi 4 anni (anche come pena residua), qualunque sia il reato commesso (salvo mafia o terrorismo). Anche per i tossicodipendenti, infine, se la condanna non supera i 6 anni è prevista la possibilità di non entrare in carcere ma di ottenere l’affidamento terapeutico per tutta la durata della pena (…).”

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