Le famiglie soffrono, è ora di fare qualcosa

banca-ditaliaIl reddito da lavoro non basta al 65% delle famiglie italiane e sono sempre di più quanti hanno un reddito insufficiente a coprire i consumi. È l’allarme lanciato dalla Banca d’Italia secondo la quale i nuclei che soffrono di più la crisi sono quelli che vivono in affitto, o che hanno il capo-famiglia operaio oppure disoccupato, pensionato o impiegato a tempo parziale.

Ecco perché nel 2010 è aumentata al 65% (era al di sotto del 40% nel 1990) la quota di quelli che valutano il proprio reddito inferiore a quanto ritenuto necessario.

La percentuale di risparmio delle famiglie italiane è crollata di quasi 4 punti percentuali tra il 2007 e il 2011, mentre in Francia e in Germania è rimasta stazionaria. Il tasso di risparmio delle famiglie consumatrici è sceso dal 12,1 al 9,7% del loro reddito disponibile lordo. Nel 1991 il tasso era più del doppio, pari al 23,8%.

Dall’inizio della crisi è aumentata anche la disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza. Nel 2010 il 9% delle famiglie italiane aveva un reddito basso e, in caso di perdita del lavoro, una ricchezza finanziaria sufficiente per vivere a livello della linea di povertà per appena sei mesi. Fra i giovani la percentuale è il 15% mentre sale al 26% per gli affittuari.

La concentrazione della ricchezza ha ripreso a crescere in conseguenza degli effetti della congiuntura economica negativa. La quota di ricchezza netta detenuta dal 10% della popolazione più ricco è risalita tra il 2008 e il 2010 dal 44 al 46,1%.

I dati negativi si susseguono ma il Palazzo è bloccato. A chi la responsabilità di questa situazione? È solo colpa della crisi o si poteva fare di più? Quando la politica si rimboccherà le mani per fare qualcosa invece di dedicarsi al risiko delle poltrone?

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