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Con la crisi economica che attanaglia imprese e persone, il compito del nostro governo e delle nostre istituzioni dovrebbe essere quello di agevolare la ripresa; alleggerire il carico di incombenze burocratiche che gravano su tutti noi, pur mantenendo una vigilanza equa e ragionevole.

Leggendo i giornali però l’impressione che si trae è che i nostri legislatori e controllori non perdano occasione per intralciare, con normative “bizantine” la libera impresa, con interpretazioni legislative che sembrano pensate da chi ha perso il contatto con la realtà quotidiana del lavoro.

E’ recentissima la notizia che un fruttivendolo di Pomigliano d’Arco è stato multato per avere esposto tre cassette di frutta all’esterno del suo negozio (come fanno tutti i fruttivendoli da almeno duemila anni) con la motivazione che queste rappresentano un rischio per la salute.

 

Non entrando nel merito della sentenza della Cassazione, che certamente affonderà le radici in interpretazioni della normativa giuridicamente ineccepibili , viene da chiedersi se l’applicazione di un tale controllo sia “ragionevole” e “equo” nei confronti dei commercianti.

La speranza è che il legislatore faccia al più presto chiarezza, auspicando una semplificazione delle nostre normative, che troppo spesso sono un autentico inutile costo e ginepraio per le nostre aziende.