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In questi giorni di “caso Cancellieri”, rimangono sullo sfondo le condizioni delle carceri. Proprio il ministro della Giustizia è impegnato in una due giorni a Strasburgo per presentare ai vertici del Consiglio d’Europa e della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo i piani dell’esecutivo contro il sovraffollamento delle carceri e l’eccessiva durata dei procedimenti.

Mentre a livello europeo lo stato italiano cerca di evitare la multa dall’Europa, giunge in Italia l’ennesima denuncia sulla grave situazione dei detenuti, in particolare di quelli del Lazio, non molto diversa da quella del resto d’Italia.

Il Garante per i detenuti della Regione Lazio, Angiolo Marroni ha denunciato il caso di . «un 82enne detenuto a Regina Coeli, Sergio Caccianti, morto appena giunto al pronto soccorso dell’ospedale Santo Spirito di Roma – spiega il garante -. Nonostante i gravissimi problemi cardiaci di cui era sofferente gli era stato negato il differimento provvisorio della pena a causa della malattia. Insomma, è stato detto di no alla sospensione della pena per sei mesi. Così è andato a morire al Pronto Soccorso quando ormai era troppo tardi…».

Un caso non isolato visti i molti casi di incompatibilità con la detenzione in cella denunciati: sono molti i carcerati diabetici gravi, con epatite, altri con situazioni cerebrali stravolte, dializzati, cardiopatici, financo trapiantati. Una vera e propria galleria del dolore: su oltre 3 mila detenuti nelle carceri romane sono troppe le persone ancora detenute a causa della burocrazia e della polizia penitenziaria insufficiente.  Persone che, nei migliori dei casi, solo dopo lunghi tempi riescono a vedere la corsia di un ospedale, altrimenti muoiono in ospedale dopo atroci sofferenze.

«Troppi casi, tantissimi, che noi continuamente segnaliamo all’amministrazione penitenziaria, ai direttori, alle Asl – spiega il Garante Marroni -. Non sempre viene chiesta la scarcerazione per motivi sanitari, ma quando viene chiesta molto spesso l’esito è negativo».