Il discorso, per quanto assai complesso a livello teorico, è in realtà riassumibile in termini di semplicità. La precarizzazione e la flessibilità sempre più prestante nel mercato del lavoro fa oggi sì che la Persona avente Partita Iva sia nella condizione di rendersi protagonista della scena economica del paese. Lo sarebbe, a dire il vero, se non fosse considerato senza motivo un colpevole anziché una vittima di un sistema che dovrebbe aiutarlo a crescere e non a morire sul nascere. Un autonomo si ritrova- per diverse circostanze che non sempre sono volute e neppure sempre casuali- a dover fare i conti con una situazione che lo mette nell’unica condizione di responsabilizzarsi. In questa condizione arriverebbe nella circostanza di mantenersi ed esaltarsi se non fosse per un fisco che nella prima parte della sua carriera lo penalizza. Ma perché la Partita Iva è il seme dell’economia da coltivare? Crea lavoro a sé stesso innanzitutto, talvolta dovendoselo inventare. In secondo luogo se non fosse tassato, almeno quando fattura poco, sarebbe nella condizione di espandersi e dunque di dare lavoro anche agli altri: da cosa nasce cosa e l’economia riparte un po’ alla volta senza che esista la necessità di fare ulteriore spesa pubblica e ulteriore assistenzialismo.