Da Keynes prese spunto in linea di massima il centro sinistra d’Europa e alla sua opera si ispirarono anche diversi governi italiani che si resero protagonisti nel dopoguerra, in particolar modo l’esperienza italiana di centro-sinistra che si avviò dopo il 1963. E in questo senso l’ampiamento del debito pubblico è dovuto in parte all’applicazione della teoria di Keynes. È evidente che nelle teorie economiche di Keynes rientri una sfiducia- se non radicale – quantomeno consistente nella capacità del mercato di autoregolarsi, dogma invece questo dei liberisti. Nella macroeconomica diagnosi di Keynes, in ogni caso, rientrano anche le constatazioni riguardanti le crisi di breve periodo, quelle inferiori a un anno. Perché allora, stando alla sua analisi, la domanda avrebbe dovuto essere sostenuta?

“Affermò che la disoccupazione dipende in ultima analisi dall’insufficiente domanda di beni da parte dei consumatori: essa infatti determina scarsi ricavi per le imprese che dunque non hanno propensione ad investire e ad assumere. Sostenendo la domanda, cioè invogliando i consumatori ad acquistare beni, si farebbero arrivare gettiti freschi di capitali alle imprese ed esse potrebbero poi, per produrre di più, reinvestirli ed assumere nuova forza lavoro, portando il sistema ad uscire dalla crisi occupazionale.”