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Se pensiamo ai grandi ideali, alle grandi scoperte del nostro secolo spesso il nostro sguardo si pone ovest, verso gli Stati Uniti e la sua idea di progresso.

Non fatichiamo a far riaffiorare dalla nostra mente grandi personaggi difensori dei diritti civili come Martin Luther King, grandi innovatori come Steve Jobs, o grandi politici come Kennedy; troppo spesso però volgendo lo stesso sguardo al nostro paese non ritroviamo la stessa “prontezza” di idee, questo nonostante il nostro paese, anche nell’ultimo secolo, abbia dato i natali a grandi personaggi che hanno saputo lasciare la loro impronta nel panorama nostrano e mondiale.

In questo periodo di crisi economica, proprio traendo ispirazione dai nostri concittadini passati possiamo trovare la via maestra ad un nuovo modello di economia, una nuova sostenibilità, che pone si come suo obbiettivo il benessere economico ma che abbia le sue fondamenta nei nostri ideali e nella nostra visione del mondo basata su un capitalismo dal volto umano che sappia coniugare spirito di altruismo al giusto riconoscimento dei successi individuali.

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A Steve Jobs con una bonaria contrapposizione metto il nostro Adriano Olivetti che ha genialmente concepito un’idea di industria che mettesse l’individuo al centro della produzione, con un equilibrio fra solidarietà sociale e profitto. Una felicità collettiva come motore dell’efficienza.

Non a caso la sua visione diede i suoi frutti, creando il primo microcomputer al mondo da tavolo (si lo creammo noi) Programma 101 classe 1964 vendendone quarantamila unità solo negli Stati Uniti, una linea ricercata firmata da designer dell’epoca, anticipando di decenni le varie Microsoft o Apple (e con produzioni che non sfruttavano manodopera a basso costo e a bassi diritti).

 

A un visionario come Kennedy ( al quale va la massima stima e gratitudine ) “metto sul piatto” un Enrico Mattei, che rompendo l’oligopolio delle sette sorelle tenne l’Agip in mano Italiana e con la sua Eni portò il nostro paese alla quasi indipendenza energetica ottenendo commissioni petrolifere essenziali per la nostra economia e per le nostre industrie; risultati inimmaginabili per un paese uscito devastato e perdente dalla seconda guerra mondiale, dimostrò come fosse possibile dare un volto umano e sociale alle aziende di estrazione, non sfruttando i paesi dove il petrolio veniva estratto ma rendendoli partner, introducendo il principio (all’ora rivoluzionario) che al paese proprietari delle riserve doveva restare un 75% del profitto generato.

 

Logicamente i personaggi citati non sono in contrapposizione fra loro, ogni Grande della storia ha dato il suo contributo, mettendo un nuovo tassello alla storia del mondo; il messaggio che si vuole evidenziare è quello di non guardare sempre esclusivamente al di la dei nostri confini, pensando che l’Italia sia solo rinascimento e antica Roma ma rendersi consapevoli che anche in tempi recenti e contemporanei siamo in grado di lasciare la nostra impronta nella comunità internazionale, con genialità e con il nostro stile.