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La maturità di una democrazia si vede anche dalla partecipazione e dalle passioni che genera nei propri cittadini; discussioni, dibattiti e scambi di opinione sono l’essenza stessa del nostro sistema sociale.

Un popolo che sa confrontarsi è in grado di esercitare una funzione di controllo diretto nei confronti dei propri amministratori, riuscendo a dirigerli verso l’auspicabile raggiungimento del bene comune.

Mai in tutta la storia del nostro mondo si è assistito ad un tale quantità di mezzi di informazione, sia di natura verticale, come la televisione e la radio, sia di natura orizzontale come internet; questa opulenza di mezzi ha permesso il rifiorire di un nuovo concetto di agorà virtuale, un luogo metafisico dove gli uomini possono incontrarsi e discutere per un comune accrescimento.

La sfida che ci pone il nuovo millennio è il raggiungimento di una maturità tale da permetterci l’utilizzo di questi nuovi mezzi in maniera proficua; il grande demerito ma al contempo merito della rete è quella di essere riuscita a far incontrare le minoranze e le anime più disparate.

Troppo spesso si preferisce seguire la mulattiera del benaltrismo invece della via maestra del propositivismo, non riuscendo a seguire un progetto condiviso e ben delimitato; ci si duole dell’inquinamento ma si rifiutano l’eolico in nome della preservazione del paesaggio, si vuole uno stile di vita consumista ma non si vogliono gli inceneritori, si vuole meno traffico ma ci si rifiuta di ammodernare il sistema ferroviario.

Il movimento no tav è il miglior esempio di una minoranza, ritrovata nell’agorà dei nuovi mezzi, che si ritiene custode di un bene superiore rispetto alla maggioranza, pronta, anche attraverso episodi di violenza a far valere le proprie ragioni

Vari governi democraticamente eletti hanno avvallato il progetto della tav, con lungimiranza e sguardo verso il futuro.

Stiamo ponendo le basi per il trasporto ferroviario dei prossimi cento anni, creando moderni tunnel che permettono il trasporto dei container su rotaia, togliendo tir inquinanti dalle strade, stiamo preservando un territorio delicato come quello alpino dall’inondazione di autoveicoli con un trasporto passeggeri veloce ed economico, basti pensare che per arrivare a Parigi da Milano si passerà dalle 7 ore attuali alle 4.

Quanto sopra descritto non tiene oltremodo conto delle virtuose ricadute economiche occupazionali, creando un piccolo new deal nella nostra nazione.

Se i nostri avi non avessero costruito agli albori della nascita della nostra nazione un sistema ferroviario, l’Italia non sarebbe potuta diventare una nazione, scambi commerciali e persone non si sarebbero potute spostare e non si sarebbe innescato un virtuoso processo economico che fece da volano per l’intera economia.

Questo stesso processo si sta creando con la Tav, non più a livello nazionale ma a livello europeo; popoli prima distanti potranno interagire andando a creare nuove dinamiche con ricadute positive sull’economia presente e futura.

Il messaggio che le vicende come la Tav ci insegnano è che nonostante si abbiano fantastici nuovi mezzi di comunicazione, ma manca ancora la maturità per accettare che alla fine dei dialoghi, alla fine delle osservazioni vince sempre e comunque la maggioranza, rappresentata dal governo democraticamente eletto, chi non è d’accordo ha il diritto di presentarsi al cospetto degli elettori.