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Mentre il nostro governo continua ad utilizzare la leva fiscale come strumento di quadratura dei conti pubblici, sottraendosi all’onere di varare doverose norme indispensabili alla ripresa economica, apprendiamo da una rilevazione di Confcommercio che le famiglie italiane sono sempre più povere.

Il reddito procapite negli ultimi sei anni ha subito una flessione del 13% con una diminuzione dei consumi del 4,2% nel solo 2012.

Sempre nel 2012, mentre i nostri “amministratori” erano impegnati nel ruolo di attori nel inconcludente teatrino della politica , il 29% delle famiglie erano a rischio povertà, con una sbalorditiva quota del 48% se prendiamo in esame il solo mezzogiorno, vittime della tassazione senza controllo , di una normativa su lavoro ottocentesca che porta le aziende a licenziare  loro malgrado.

Senza un adeguata politica, che riporti il cittadino al centro dell’economia, senza un piano condiviso per la nostra  nazione a lungo termine saremmo sempre più piegani in una nazione autoreferenziale che ha perso la sua via.