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Con una iniziativa unica al mondo Google ci accompagna nell’era digitale

Che ogni Italiano dichiari amore verso il proprio paese è cosa risaputa, d’altronde quale altra nazione al mondo ha un connubio tanto variegato di Arte, Cucina, Mari e Montagne il tutto racchiuso in un territorio relativamente piccolo.

 

Ma quando questa dichiarazione d’Amore proviene da una società Americana la cosa non può che recarci Orgoglio; e che la stessa società decida di non promuovere in prima istanza il suo paese gli Stati Uniti d’America ma investa tempo e denaro per promuovere il nostro, be possiamo solo per un momento toccare il cielo con un dito.

 

Si perché Google Cultural Institute, con un iniziativa unica al mondo ha creato un portale dedicato solo alla nostra Italia, (Google.it/madeinitaly), in collaborazione con Unioncamere e il Ministero delle Politiche Agricole.

 

La piattaforma è in “puro stile Google”, con un interfaccia pulita e ben ordinata, dove tutti gli argomenti sono ben evidenziati e in continua crescita, tanto da far scoprire agli italiani stessi tesori non conosciuti del nostro paese.

Ambizioso è anche l’obbiettivo che si prefigge la piattaforma di Google, far scoprire al mondo le nostre eccellenze in campo culinario e artigiano.

Da novello tecnologico mecenate Google dimostra di credere in noi, regalando anche ai nostri imprenditori una piattaforma di sponsorizzazione, una vetrina mondiale dove le nostre aziende possono esporre i propri capolavori, una vetrina dove già il nome stesso racconta la stima che hanno gli Americani nei nostri confronti “eccellenzeindigitale.it”.

Una piccola “amorevole” stoccata però il noto motore di ricerca la tira al nostro paese, scrivendo sul suo blog ufficiale: “Il made in italy è ancora poco conosciuto sul web e poche sono le eccellenze conosciute all’estero rispetto, ad esempio, alla ricchezza agroalimentare e artigianale del paese”.

E si che il nostro Governo di euro ne aveva spesi ben 45milioni per promuovere l’Italia sul web, con tanto di presentazione video in inglese (con una pronuncia degna del miglior Alberto Sordi), creando un portale pachidermico chiamato Italia.it, risultato? Un perfetto carrozzone pubblico inutile, snobbato sia dagli Italiani che dagli stranieri.

E se per provocazione dicessi di affidare la sponsorizzazione digitale del nostro paese all’America? Spero proprio di no, perché di eccellenze ne abbiamo anche in campo tecnologico, basterebbe che il nostro governo non ci mettesse lo “zampino” e lasciasse fare a chi veramente sa fare.