monti_pil_italiaMario Monti quest’autunno vedeva segnali di ripresa dell’economia e parlava di fine del tunnel per l’Italia. Si è sbagliato. Secondo l’Istat, nel 2012 il prodotto interno lordo è diminuito del 2,2% rispetto all’anno precedente. In particolare, nel quarto trimestre del 2012, il prodotto interno lordo è diminuito dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e del 2,7% nei confronti del quarto trimestre 2011.

Sono ormai 18 mesi che la nostra economia non cresce e distrugge ricchezza. Un’analoga situazione (sei trimestri di calo congiunturale consecutivi) si era verificata vent’anni fa, tra il 1992 e il 1993. Interrogato sui dati del Pil Monti ha così commentato: «Non penso che sarà necessaria una manovra correttiva, i dati sono negativi ma in linea grosso modo con le aspettative».

Secondo una stima dell’Istat nel 2013, in base ai dati attuali, si dovrebbe perdere un altro 1%. Rimane incerto però in quale trimestre inizierà quella ripresa dell’economia tanto agognata: c’è chi indica il quarto trimestre chi invece già il terzo.

Se l’Italia piange l’Europa non ride. Secondo Eurostat, il Pil dell’Eurozona è sceso dello 0,6% nel quarto trimestre del 2012. È il peggior dato dal primo trimestre 2009 (-2,8%), quando arrivò in Europa l’ondata del fallimento di Lehman Brothers.

La Bce precisa anche che la crescita economica dell’eurozona continuerà a essere «debole nella prima parte del 2013» ma poi «dovrebbe recuperare gradualmente, sostenuta da una politica monetaria accomodante» della Banca Centrale Europea «dal miglioramento del clima di fiducia nei mercati e dalla loro minore frammentazione».

Per quanto riguarda i giovani lavoratori, la Banca Centrale chiede «ulteriori riforme strutturali e interventi sul fronte delle politiche per affrontare la situazione». I giovani, spiega Francoforte, sono più vulnerabili al licenziamento, sono meno protetti rispetto ai lavoratori più anziani e occupati con maggiore probabilità in posizioni temporanee.