elezioni-politiche-2013Con l’approssimarsi delle elezioni e con il can can della campagna elettorale di solito diminuiscono indecisi e astenuti. Però questa volta, ci dicono gli esperti, molto probabilmente l’astensione sarà molto alta. Fra chi non andrà a votare molti appartengono al mondo produttivo: imprenditori di piccole e medie imprese e professionisti.

Nell’articolo de Il Sole 24 Ore “Il blocco produttivo del Nord in «stand by»” viene sentito Mario Abis, docente di ricerche psico-sociali allo Iulm, che afferma che proprio il mondo delle imprese del Nord Ovest non riesce a scegliere, che resta ancora nell’astensione. Si fa notare che in 20 anni è la prima volta che si vota in piena recessione economica, in un clima di forte delegittimazione della politica e delle banche.

Dai sondaggi emerge una forte domanda di efficienza e credibilità, ma anche di pragmatismo sul fronte del il fisco e del credito. Secondo queste analisi l’area del non-voto resterebbe ancora su quota 40%  da parte di chi ha a che fare con gli alti e bassi dell’economia e che in passato aveva trovato nel federalismo leghista una formula giusta.

Abis non sente però un clima di rassegnazione: «C’è una forte reattività, c’è una ricerca di buon governo e credibilità ma al momento prevale ancora la diffidenza. Paradossalmente questa campagna elettorale sta facendo aumentare l’area dell’astensione, non la sta prosciugando».

Una robusta domanda di buon governo e moralità viene anche dal Nord-Est, secondo Daniele Marini, docente di sociologia dei processi economici a Padova. «La fiducia nella politica è crollata, – spiega Marini al Sole 24 Ore – non c’è mai stato un tasso così basso: a livello regionale è passata dal 42,8% del 2008 al 30,7% del 2012; a livello nazionale dal 36,6% al 23%. I partiti sono in fondo alla classifica, perfino le banche sono sopra con il 42%, anche se nel 2008 erano al 60%».

E dal Sud che indicazioni arriveranno?