Per quanto sia oggettivo riscontrare che la maggioranza dei divi di Hollywood ha militato nelle fila dei liberal, è un luogo comune ingiustificato quello che vorrebbe gli attori statunitensi per antonomasia schierati con il Partito Democratico. Le star repubblicane furono molteplici e alcuni si sorprenderebbero a leggerne la nutrita lista, non solo per la quantità dei soggetti, ma anche per la risonanza che questi avevano nel circolo mediatico statunitense. Poiché in minoranza (ma non sparuta), i conservatori sono più facili da “tipizzare” rispetto ai democratici: la coincidenza tra uomo e personaggio al cinema è più marcata e di norma questo rappresenta la tipologia dell’americano classico, solido, votato all’azione più che al pensiero, tendenzialmente antecedente alla generazione attoriale che negli anni Sessanta aveva innestato una nuova sensibilità nel panorama divistico.

Barbara Stanwyck

Come il marito Robert Taylor, la bella, sensuale, minacciosa e un po’ aggressiva Barbara Stanwyck è sempre stata una repubblicana convinta. Non solo: in controtendenza rispetto alla maggioranza degli statunitensi, anche conservatori, si è dichiarata avversa alle politiche di Franklin D. Roosevelt. La sua storia personale è quella tipica della donna che si è fatta da sola, partendo da una situazione familiare non idilliaca. I suoi personaggi rispecchiano quelli di donne intraprendenti e indipendenti, dalla personalità dilaniante nei neri drammatici di Hollywood, più rilassati ma egualmente energici nelle commedie.

James Stewart

Jimmy Stewart è l’archetipo del Repubblicano classico, vecchia maniera. Sostenne la campagna elettorale di Nixon e di Reagan, fu sempre fedele al GOP (Grand Old Part, il nome popolare del Partito Repubblicano) e fu la prima star ad arruolarsi volontaria durante la Seconda Guerra Mondiale. Specialmente nei Western di Anthony Mann, ma anche in quelli di John Ford, i suoi personaggi veicolano sempre uno stile di vita conservativo e insieme tollerante, equilibrato. Nonostante la sua fede politica, fu amico stretto per mezzo secolo del collega Henry Fonda, noto sostenitore del Partito Democratico.

Charlton Heston

La sua parabola somiglia molto a quella del suo amico Reagan: Heston iniziò come democratico convinto, ma passò poi gradualmente ai Repubblicani e diventò anche il Presidente della National Rifle Association, l’associazione per i detentori di armi da fuoco. Non si trovò mai a suo agio coi personaggi di Hollywood che vennero fuori soprattutto nei ‘60s e rimase sempre legato al concetto di virilità “classica”. Anche i suoi ruoli più noti hanno coinciso con la sua fisionomia prestante e strutturata: The Big Country, Ben Hur, El Cid, Major Dundee. Ma il suo retroterra shakespeareano lo ha reso un attore e un personaggio scisso, contraddittorio, tormentato.

Frank Sinatra

The Voice, che non fu solo un divo nel mondo musicale ma anche un egregio attore con all’attivo una miriade di film, di cui alcuni capolavori, cominciò come liberal democratico, ma nell’età matura della vita passò poi al conservatorismo. Analizzando in superficie i ruoli preponderanti della sua carriera non ritroviamo un personaggio tipizzato e con connotati particolari, perché eclettico nel cinema come nella vita, anche se il suo protagonista più noto e riuscito in L’uomo dal braccio d’oro designa un antieroe vinto dalla dipendenza per le droghe.  Ammiratore di Kennedy, sovvenzionò poi le campagne elettorali di Reagan e di Nixon.

Fred Astaire

Poca esposta pubblicamente a livello politico, la più grande Star nella storia del Musical è sempre stata conservatrice. Per ovvie questioni artistiche i suoi personaggi non formulano una tipologia di uomo politicamente schierato, ma Astaire in particolare fu sempre contrario all’apertura di Hollywood verso i temi sessuali negli anni Settanta, quando le stelle della sua generazione erano ormai tramontate.

John Wayne

Se esiste un uomo di destra nella storia del genere umano, questo è John Wayne. È l’archetipo per eccellenza del conservatore anche per i ruoli che ha rivestito: patriottico, autorevole e talvolta autoritario, burbero, un po’ scontroso, quadrato, duro ma onesto, poco incline alla tolleranza, decisionista, sincero, legato in modo libertario ma anche romantico ai grandi spazi del West. Supportò Nixon e Reagan, parlò pubblicamente all’apertura della National Convention del Partito Repubblicano nel 1968.

Clint Eastwood

Eastwood non ha partecipato all’epopea classica di Hollywood per questioni anagrafiche, ed è oggi forse la star di dichiarata fede Repubblicana più famosa al mondo. Spirito critico e non incasellabile nelle logiche di Partito, si è sempre speso per le campagne elettorali dei conservatori attirando su di sé critiche violente da parte del mondo dello spettacolo, in tutti i continenti. Libertario di tendenza, non ha mai dato peso alle critiche e ha continuato a pensare controcorrente, anche all’interno dello stesso Partito Repubblicano. È stato anche sindaco in una cittadina della California, Carmel by the Sea.

Robert Mitchum

L’attore più “indolente” nella storia di Hollywood, vera icona del Noir e di un certo modo di stare al mondo, era repubblicano. Mitchum non era un sofisticato e il suo modo di comunicare, coerentemente con i suoi personaggi, appariva sostanziale e semplice. D’altronde anche la sua esperienza attoriale racconta di figure vicine all’anarco-individualismo, ai margini della società e lontane da codici comportamentali vicini al collettivismo, dure e immancabilmente virili.

James Caan

Jimmy Caan, uno tra i più sottovalutati divi di Hollywood, ha sempre avuto un energico temperamento conservatore. Insieme a Eastwood è stato nell’ultimo ventennio uno tra gli attori più attivi per il Partito Repubblicano. Anche i suoi personaggi affermano in lui una certa idea di virilità maschia, di stampo tradizionale, soprattutto in Thief di Michael Mann (1980), forse la sua più significativa interpretazione.

Robert Duvall

Repubblicano da sempre, Duvall ha sottratto il suo sostegno al GOP (Grand Old Party) da poco, dopo anni di militanza, dopo aver sostenuto che il partito “it’s a mess”; ha sostenuto Bush jr. in entrambi i suoi mandati e non ha mai nascosto la sua fede politica, definendosi liberalconservatore. È amico di Jimmy Caan e i due hanno recitato insieme nei primi due episodi de Il Padrino e in Killer Elite di Sam Peckinpah, regista comunemente considerato di destra.